Un approfondimento della rubrica Signal di Meduza ha esaminato il sostegno alla guerra della popolazione russa. La discrepanza tra la “maggioranza dei russi” e il campione degli intervistati nei sondaggi, sempre meno credibili, evidenzia il potenziale di manipolazione e disinformazione. Un esempio è il “maschio russo medio”, che amplifica slogan patriottici.
Di: Stefano Caprio – Asia News
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Una delle dimensioni più sconvolgenti della grande guerra della Russia contro il mondo è il sostegno della popolazione agli istinti imperiali della casta governante, un fenomeno difficile da comprendere e accettare. La rubrica Signal di Meduza ha analizzato il clamoroso divario tra i risultati dei sondaggi e la realtà vissuta dai russi di oggi. I numeri ufficiali mostrano un forte appoggio alle parate militari sulla piazza Rossa e un rifiuto dei mutamenti sociali ed economici, ma quanto di ciò rappresenta veramente la maggioranza? La fede ortodossa praticata solo ritualmente e la supposta approvazione delle politiche di Mosca mettono in discussione la credibilità di queste statistiche.
I sociologi di Stato indicano un sostegno quasi plebiscitario all’operazione militare in Ucraina, ma la questione sorge spontanea: fino a che punto la volontà del popolo è effettivamente rappresentata da questi dati? La manipolazione delle opinioni e dei sondaggi risulta sempre più evidente, portando a una crescente sfiducia nelle rilevazioni statistiche. I russi si scontrano con un panorama in cui le verità apparenti si discostano da quelle vissute quotidianamente, sollevando sospetti sul reale panorama d’opinione nel Paese.
I sondaggi, sebbene supportati da sofisticati algoritmi, falliscono nel riflettere le opinioni sincere della popolazione. La pubblica opinione si frantuma in una serie di pregiudizi e percezioni distorte, alimentate da una costante manipolazione dei media e dai meccanismi ideologici del potere. In un contesto di guerra, l’autocensura e la mancanza di fiducia nelle istituzioni amplificano questa alienazione dai fatti reali.
La metodologia dei sondaggi e le domande poste rivelano la tendenza a influenzare anziché rilevare. Le risposte dei cittadini riflettono spesso una rinnovata diffidenza verso un sistema che sembra impermeabile alle vere esigenze della società. La creazione di un “maschio russo medio” come modello ideologico, piuttosto che la rappresentazione della realtà, svela l’intricato gioco di potere che permea la sfera politica russa.
La propaganda e la disinformazione si nutrono di questi meccanismi, perpetrando un circolo vizioso di controllo e manipolazione delle masse. Il dibattito sulla vera percezione della guerra in Ucraina rimane controverso e il “consenso” propagandistico si scontra con la complessa realtà della società russa.