La situazione economica e la fragile stabilità interna stanno spingendo l’Egitto a non interrompere i rapporti con Israele, nonostante i tank israeliani abbiano raggiunto il centro di Rafah nella Striscia di Gaza. Anche la morte di una guardia di frontiera egiziana non ha compromesso completamente i rapporti con Tel Aviv.
Secondo media arabi e israeliani, Egitto e Israele hanno deciso di minimizzare l’incidente. Al funerale del militare, non erano presenti alti ufficiali dell’esercito. Il Cairo ha messo in guardia Israele dal danneggiare i propri elementi lungo il confine nella zona cuscinetto conosciuta come Corridoio Philadelphia.
Il comportamento dell’Egitto è guidato da interessi economici, di sicurezza e regionali durante i combattimenti a Gaza. Il generale Al Sisi cerca di mediare tra Israele e Hamas, a differenza di Turchia e Qatar.
Le relazioni dell’Egitto con Israele seguono due linee: una filopalestinese per accontentare l’opinione pubblica e una di collaborazione e rispetto degli accordi di pace. Quest’ultima linea è stata ripristinata con Al Sisi.
L’economia egiziana è fortemente danneggiata dal conflitto, con problemi economici derivanti anche dall’invasione russa dell’Ucraina. Il Cairo deve svalutare la valuta e affrontare l’inflazione, mentre il traffico delle navi nel Canale di Suez è compromesso dagli attacchi dei ribelli Houthi nello Yemen.
Anche il turismo è in calo a causa della guerra e il valico di Rafah sotto il controllo israeliano non aiuta l’economia egiziana. Il Cairo vorrebbe l’area tornasse sotto il controllo palestinese.
L’accordo di pace tra Egitto e Israele è fondamentale per la regione e il Cairo condanna gli attacchi israeliani a Rafah come una pericolosa escalation, senza però violare l’accordo di pace.