Nell’incontro con 35 alunni della Pontificia Accademia Ecclesiastica, il Papa ha rinnovato l’invito a “formare i futuri diplomatici della Santa Sede alla vicinanza con il popolo di Dio”. In particolare, ha sottolineato l’importanza di questa vicinanza nelle terre lontane di missione, come potente antidoto alla mondanità spirituale. In un mondo frammentato dalla “guerra mondiale a pezzi”, il Pontefice ha elogiato il lavoro dei nunzi in zone di conflitto per promuovere il dialogo tra le parti in conflitto e proteggere le vittime.
Di: Vatican News
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Papa Francesco ha incontrato stamattina, il 7 giugno, i trentacinque alunni della Pontificia Accademia Ecclesiastica, istituzione che da più di tre secoli prepara i diplomatici della Santa Sede. Accompagnati dal presidente, l’arcivescovo Salvatore Pennacchio, dall’economo e prefetto degli studi, monsignor Gabriel Viola, e dal padre spirituale gesuita Orlando Torres.
Il Papa ha sottolineato l’importanza di formare i futuri diplomatici alla vicinanza con il popolo di Dio. Questo, oltre a ravvivare il loro cuore di pastori, sarà un potente antidoto alla mondanità spirituale. Francesco ha consigliato agli alunni di portare con sé per la lettura e la meditazione l’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi di san Paolo VI, che rimane attuale.
Francesco ha anche parlato delle caratteristiche di un diplomatico, richiedendo vicinanza, furbizia e pietà. Ha affrontato il tema della guerra mondiale e ha elogiato il lavoro dei nunzi in zone di conflitto. Le domande degli alunni hanno permesso al Papa di approfondire le qualità che i futuri diplomatici pontifici dovrebbero sviluppare.
Infine, in occasione della festa del Sacro Cuore di Gesù, Papa Francesco ha esortato gli alunni a essere preti misericordiosi che perdonano tutto ai fedeli nel sacramento della riconciliazione, in vista di un futuro come pastori misericordiosi.
Dopo aver chiesto di essere ricordato nelle preghiere, il Papa ha benedetto e salutato tutti i presenti, chiudendo così l’incontro.