Il Papa, dopo la preghiera dell’Angelus, ha espresso la sua preoccupazione per gli “scontri e massacri” nella Repubblica Democratica del Congo e ha fatto appello alle autorità nazionali e alla comunità internazionale per proteggere i civili. Ha sottolineato che il sacrificio dei cristiani uccisi in odio alla fede ci ricorda di essere coraggiosi nel testimoniare il Vangelo. Ha anche pregato per la pace in Ucraina, Terra Santa, Sudan, Myanmar e altri luoghi colpiti dalla guerra.

Il Papa ha richiamato l’attenzione sulla situazione nella Repubblica Democratica del Congo, esortando alla fine delle violenze e alla protezione dei civili. Ha definito i cristiani martiri come semi che portano frutto e ci esortano a essere coraggiosi nel nostro impegno evangelico.
Infatti, solo recentemente, nel Nord Kivu, si sono verificati scontri che hanno causato la morte di molte persone a causa degli attacchi dei ribelli. L’invito del Papa alla pace è esteso a molti altri luoghi flagellati dalla guerra.
Il Papa ha anche fatto riferimento alla beatificazione di Michele Rapacz, sacerdote e martire, come esempio di fedeltà al Vangelo nonostante la persecuzione subita. Ha rivolto saluti ai fedeli provenienti da diverse parti del mondo e ha ringraziato i donatori di sangue per la loro generosità.