La qualità di vita dei pazienti oncologici è spesso trascurata nella pratica clinica, soprattutto per quanto riguarda la tossicità finanziaria, ovvero il peso economico delle cure sul singolo individuo: ogni paziente è costretto a spendere oltre 1.800 euro all’anno di tasca propria. Ancora poco diffusi sono i Pros (patient-reported outcomes), che sono gli esiti di salute valutati direttamente dal paziente in base alla sua percezione della malattia e del trattamento. Questi importanti temi sono stati protagonisti della XXI Conferenza Nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) dedicata ai patient-reported outcomes.
Solo nel 40% degli studi clinici sulle terapie innovative anti-cancro, in cui si evidenzia un vantaggio nella sopravvivenza libera da progressione, viene dimostrato anche un miglioramento della qualità di vita. Gli esperti sottolineano la necessità di prestare maggiore attenzione a questi aspetti che riguardano la quotidianità dei pazienti oncologici e che sono ancora sottovalutati non solo nelle sperimentazioni, ma anche nella pratica clinica. Anche l’Esmo (Società europea di oncologia medica) ha recentemente pubblicato il primo Consensus statement su uno degli aspetti che influenzano la qualità di vita, ovvero la tossicità finanziaria.
Questo documento è stato redatto da 19 esperti provenienti da 11 Paesi. Secondo Francesco Perrone, presidente Aiom e uno degli autori del Consensus statement di Esmo, l’Italia è all’avanguardia in Europa nella valutazione delle difficoltà economiche dei pazienti affetti da cancro. In Italia è nato il questionario Proffit, il primo strumento per misurare la tossicità finanziaria sviluppato in un servizio sanitario pubblico. Basandosi su queste premesse, nel 2022 l’Esmo ha promosso la redazione di linee guida per l’utilizzo dei patient-reported outcomes e il monitoraggio dei sintomi nella pratica clinica. Tuttavia, come sottolinea il presidente eletto Aiom, Massimo Di Maio, “pochi ospedali implementano misure di monitoraggio sistematico dei sintomi segnalati dai pazienti”.
“Dieci anni fa la qualità di vita era considerata marginale nell’ambito dei trattamenti anti-cancro. Oggi abbiamo dimostrato che può essere valutata con strumenti validati e scientifici, che permettono di ottenere dati solidi a supporto dell’efficacia delle cure”, conclude Perrone.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA