La determinazione non manca. Per la quarta sera consecutiva, migliaia di manifestanti pro-UE si sono riuniti in piazza in Georgia, nonostante la polizia li abbia dispersi all’alba con idranti e gas lacrimogeni. La tensione è palpabile sia per le strade che all’interno dei palazzi del potere, con la presidente filo-UE Salome Zurabishvili che ha sfidato nuovamente gli oppositori, annunciando che non si dimetterà fino a nuove elezioni parlamentari.
La scelta del nuovo presidente da parte del collegio elettorale, dominato dal partito al potere, è prevista per il 14 dicembre, ma fino ad allora la situazione in Georgia rimane incerta, con il rischio di una nuova guerra civile sempre più vicino.
Le proteste sono esplose giovedì dopo l’annuncio del premier di posticipare il processo di adesione della Georgia all’UE, scatenando una serie di manifestazioni in tutto il Paese. Gli scontri si sono verificati in diverse città, con dimostranti che hanno bloccato strade e contestato il governo in vari modi.
La situazione in Georgia non è passata inosservata, con l’Unione Europea che si è schierata a favore del popolo georgiano e del suo futuro europeo. Tuttavia, le tensioni continuano a salire, con minacce di instabilità da parte di alcuni attori internazionali.
Nonostante le pressioni e le provocazioni, la presidente Zurabishvili ha esortato i manifestanti a mantenere la calma e ha smentito voci su un coinvolgimento militare straniero nelle proteste. L’UE ha ribadito il suo sostegno alla Georgia e ha lasciato aperta la porta per un futuro europeo del Paese.

Proteste dell’opposizione georgiana a Tbilisi

Proteste dell’opposizione georgiana a Tbilisi
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