La situazione in Siria sta raggiungendo un punto critico. Nonostante la caduta del regime di Assad, la guerra civile continua con una ferocia senza precedenti, rivolta contro coloro che erano una volta i sostenitori del rais deposto. Vengono tirati fuori dalle loro case, strappati dai loro nascondigli improvvisati.
A Latakia, un porto nel nord-ovest della Siria, tradizionalmente considerato la roccaforte dei clan alawiti legati al potere degli Assad, i membri dei servizi segreti governativi sono stati giustiziati con colpi alla tempia o raffiche di mitra. Situazioni simili si sono verificate in altre regioni come Idlib, Hama, Homs e Damasco. La violenza che affiora in queste ore di vendetta è il risultato di anni di sopraffazione e ora si manifesta con tutta la sua crudeltà.
Si parla di almeno 40 corpi, segnati da evidenti segni di tortura, trovati in un ospedale militare a Damasco. Testimonianze scioccanti delle sevizie perpetrate nel carcere di Saydnaya emergono, rivelando atrocità impensabili. La rabbia accumulata per tanto tempo in una società martoriata si manifesta ora con una violenza senza precedenti.
Il leader dei miliziani jihadisti, Ahmad Sharaa (Jolani), ha annunciato la pubblicazione di una lista degli ufficiali coinvolti nella tortura del popolo siriano. Il nuovo governo promette di sciogliere i servizi di sicurezza del regime decaduto.
Mentre i vertici delle forze di repressione cercano di sfuggire, la vendetta si abbatte sui quadri intermedi e bassi. La popolazione, stremata dalla guerra, non tollera più gli abusi e cerca giustizia per le atrocità subite. Il mondo, secondo Jolani, non ha più nulla da temere dalla Siria dopo la caduta del regime di Assad. La paura era legata alla presenza del regime, ma ora il Paese si muove verso la ricostruzione e la stabilità, senza spazio per una nuova guerra.
Jolani: il mondo non ha più nulla da temere dalla Siria
Abu Mohammed al Jolani, leader di Hayat Tahrir al Sham, ha dichiarato a Sky News che la comunità internazionale non ha più motivi di paura dalla Siria dopo la caduta del regime di Bashar al Assad. Il Paese si sta orientando verso la stabilità e la ricostruzione, con la popolazione esausta dalla guerra e non desiderosa di un nuovo conflitto.
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