La settimana appena iniziata potrebbe essere cruciale per l’Ucraina. Mentre non tutti gli incontri sono confermati, come il primo faccia a faccia tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump, i prossimi appuntamenti tra alleati e protagonisti del conflitto che affligge l’Europa da quasi tre anni potrebbero plasmare il futuro di Kiev.
Trump fa progressi con Putin
In una breve conferenza stampa sull’Air Force One, il presidente americano ha dichiarato di aver parlato al telefono con Vladimir Putin per porre fine a questa “guerra orribile”, di aver fatto “progressi” e di pianificare un incontro personale con il presidente russo “al momento giusto”.
Trump aveva annunciato in precedenza che questa settimana potrebbe essere quella giusta per incontrare Zelensky a Washington e discutere con lui sulle trattative con la Russia. Mosca, attraverso il viceministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov, insiste nel chiedere il ritorno delle quattro regioni annesse dalla Russia e la garanzia che Kiev non entrerà mai nella Nato per porre fine al conflitto.
Zelensky è desideroso di incontrare il tycoon, soprattutto per assicurarsi che non ci saranno negoziati con Mosca senza coinvolgerlo. “Se avessi la certezza che l’America e l’Europa non ci abbandonerebbero, ci sosterrebbero e ci darebbero garanzie di sicurezza, allora sarei pronto per qualsiasi formato di negoziato”, ha dichiarato Zelensky alla britannica Itv. “Dobbiamo davvero capire come finirà questa guerra. Dobbiamo capire che siamo dalla stessa parte dell’America e dell’Europa. Non possiamo perdere l’Europa”.

Kellogg, Vance e Zelensky a Monaco
Ancora non si sa quali siano i piani dell’amministrazione Trump per risolvere il conflitto in Ucraina. “Il piano non è ancora pronto”, dichiarano da Washington. Tuttavia, alcune indicazioni cruciali potrebbero emergere alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, con la partecipazione di Keith Kellogg, il rappresentante speciale di Trump per l’Ucraina.
Kellogg, che visiterà Kiev il 20 febbraio dopo la Conferenza, ha precedentemente affermato che saranno necessari 100 giorni per elaborare un piano di pace dettagliato. È improbabile che presenti il piano per risolvere il conflitto in Ucraina agli alleati, ma potrebbe offrire ulteriori dettagli sulle intenzioni di Trump.
In attesa di conferme sull’incontro tra Zelensky e Trump, è confermato invece quello tra il vicepresidente J.D. Vance e il presidente ucraino a Monaco.
Che farà l’Ue con l’Ucraina?
Kiev è in attesa di sapere se l’Europa continuerà a sostenere l’Ucraina. Oggi il Parlamento europeo si riunirà a Strasburgo per confermare il sostegno diplomatico e militare al paese, ribadito ieri dal portavoce della Commissione europea per l’azione esterna.
Decisioni cruciali verranno prese al vertice di Ramstein del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina a Londra mercoledì, con la partecipazione di tutti e 32 paesi Nato. Si attende di sapere se saranno promesse nuove forniture di armi o se si tratterà di un incontro preliminare, in attesa di chiarimenti sugli orientamenti degli Stati Uniti e del futuro cancelliere della Germania.
Zelensky si affida solo agli Usa
Sabato, parlando con Reuters, Zelensky ha dichiarato di voler discutere con Trump prima di incontrare Putin. “È davvero importante, altrimenti sembrerà un dialogo sull’Ucraina senza l’Ucraina. È importante che gli alleati parlino prima tra di loro e solo poi con il nemico”.
Zelensky ha sottolineato che il tema principale dell’incontro con Trump sarà quello delle “garanzie di sicurezza”. Prima di qualsiasi accordo con la Russia, è fondamentale garantire che Mosca non possa più attaccare l’Ucraina.
Trump ha espresso più volte che la sicurezza e la pace in Ucraina dovranno essere garantite dall’Europa in futuro, non dagli Stati Uniti. Un alto funzionario della Nato ha suggerito anonimamente ieri che “si sta riflettendo preliminarmente sull’invio di truppe europee in Ucraina”. Tuttavia, Zelensky è preoccupato dal ritiro degli Usa e sembra non fidarsi pienamente della Nato senza il supporto americano.
Per questo motivo, il presidente ucraino sta cercando di convincere Trump a cambiare idea, offrendo agli Stati Uniti lo sfruttamento dei giacimenti di terre rare presenti in Ucraina.