Sondos Shalabi era incinta all’ottavo mese quando è stata uccisa dall’esercito israeliano mentre cercava di abbandonare il campo profughi di Nur Shams, nella città di Tulkarm, nella Cisgiordania settentrionale. Né lei, né il bambino sono sopravvissuti, e il marito è in condizioni critiche. Questo tragico evento è avvenuto durante l’offensiva senza precedenti lanciata da Israele per “sconfiggere il terrorismo” in Cisgiordania, subito dopo la tregua con Hamas a Gaza.
L’operazione “Muro di Ferro” ha portato a un aumento delle violenze in Cisgiordania, con un totale di 70 palestinesi uccisi da Israele solo nel mese di gennaio. Da ottobre 2023, almeno 905 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania, mentre 32 israeliani hanno perso la vita in conflitti nella stessa regione.
La situazione si è ulteriormente aggravata con l’attacco dell’esercito israeliano al campo profughi di Nur Shams, bloccando i soccorsi e impedendo ai medici della Mezzaluna Rossa di raggiungere le vittime. Questo è solo uno dei tanti episodi di violenza che stanno dilaniando la regione.
Padre Amer Jubran, parroco di Jenin, ha descritto il terrore vissuto dalla popolazione locale a causa degli attacchi sempre più frequenti e violenti. La violenza dei coloni israeliani, alimentata anche dalla politica del governo, ha portato alla fuga di migliaia di persone dalle proprie case in cerca di sicurezza.
La situazione in Cisgiordania è diventata sempre più instabile, con un aumento esponenziale della violenza da parte dei coloni israeliani. L’espansione degli insediamenti illegali e la militarizzazione della regione stanno portando a una situazione di conflitto sempre più grave.
La chiusura della storica libreria palestinese “Educational Bookshop” a Gerusalemme Est, accusata di incitare alla violenza, è un altro segno della crescente repressione nei confronti dei palestinesi. L’arresto dei proprietari e la censura dei contenuti sono stati condannati a livello internazionale come un attacco alla libertà di espressione.
È fondamentale che la comunità internazionale prenda posizione contro la violenza in atto in Cisgiordania e lavori per garantire la sicurezza e i diritti umani di tutte le persone coinvolte in questo conflitto sempre più devastante.
La decisione di Israele di prendere di mira i Muna, nonostante le loro influenti relazioni nel mondo culturale e intellettuale, riflette il senso di impunità che le autorità israeliane pensano di avere. Questo rappresenta chiaramente un ulteriore passo verso un regime autoritario.
Hamas viola i termini della tregua
Dopo aver proposto l’espulsione dei palestinesi da Gaza e la trasformazione della Striscia in una destinazione turistica, Donald Trump ha annunciato che la sua amministrazione svelerà presto i piani per la Cisgiordania.
La situazione è resa ancora più critica dal comportamento criminale di Hamas, che non rispetta i termini della tregua. Netanyahu ha dichiarato che se Hamas non rilascerà i nostri ostaggi entro sabato a mezzogiorno, l’Idf riprenderà le operazioni militari fino alla sconfitta definitiva di Hamas.