Il premier israeliano e il segretario di Stato statunitense Rubio si incontrano a Gerusalemme e sottolineano la piena sintonia sul futuro di Hamas, della Striscia e sul ruolo dell’Iran nella regione. Netanyahu avverte: se gli ostaggi non torneranno, si apriranno le porte dell’inferno.
Di: Francesca Sabatinelli – Vatican News
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Le dichiarazioni del premier israeliano e del segretario di Stato americano Marco Rubio a Gerusalemme hanno scosso l’opinione pubblica. Netanyahu e Rubio evidenziano una stretta collaborazione e un coordinamento totale, con una strategia comune che non sempre può essere condivisa pubblicamente. Si discute del futuro di Hamas a Gaza e della necessità di sradicarlo dalla Striscia, seguendo la linea tracciata da Trump che è definito il più grande amico di Israele.
Rubio affronta anche la questione Iran, definendolo la principale fonte di instabilità nella regione e sottolineando l’impegno congiunto di Stati Uniti e Israele per impedire al Paese di sviluppare armi nucleari. Si parla inoltre del nuovo corso in Siria e di misure preventive per garantire la sicurezza nella zona sudoccidentale.
Nel frattempo, un raid aereo condotto dall’esercito israeliano ha causato la morte di tre poliziotti di Hamas, scatenando nuove tensioni nella regione.