Ogni anno, in Italia, quasi 3.500 persone ricevono la diagnosi di colangiocarcinoma in fase avanzata. Si tratta di una forma di cancro estremamente aggressiva, ma grazie ai continui progressi nella ricerca, sono state sviluppate terapie innovative come l’immunoterapia e le terapie mirate, che consentono di gestire la malattia mantenendo una buona qualità di vita. Tuttavia, rimane ancora troppo bassa la percentuale di diagnosi in fase precoce, quando le possibilità di guarigione sono maggiori.
Per affrontare questa sfida, è fondamentale sensibilizzare i medici di base affinché siano in grado di riconoscere i primi segnali del colangiocarcinoma e indirizzare i pazienti verso i centri specializzati. Per questo motivo, l’Associazione Pazienti Italiani Colangiocarcinoma (APIC) ha avviato un progetto di informazione che prevede una serie di incontri rivolti ai medici di famiglia, con il primo appuntamento previsto a Firenze il 22 febbraio. Inoltre, APIC ha istituito un fondo per fornire un contributo di 60 euro a ogni cittadino che, su raccomandazione del medico di famiglia, debba sottoporsi a un’ecografia addominale.
APIC sostiene inoltre la ricerca attraverso il finanziamento di un bando da 60mila euro, riservato a medici, biologi e farmacologi under 40, con un premio finale di 15mila euro. Tutte le principali iniziative dell’Associazione sono state presentate oggi durante una conferenza stampa virtuale, in vista della Giornata mondiale sul colangiocarcinoma che si terrà il 20 febbraio.
La necessità di diagnosi precoce e le nuove prospettive terapeutiche
Il colangiocarcinoma è una forma di cancro rara che origina dai dotti biliari e rappresenta il 3% dei tumori del tratto gastroenterico. Tra i fattori di rischio vi sono la sindrome metabolica, l’obesità, la cirrosi epatica, l’alcolismo e il fumo di sigaretta, oltre all’esposizione a sostanze chimiche nocive. La chirurgia rimane attualmente l’unica opzione curativa per i pazienti operabili, ma spesso la diagnosi avviene troppo tardi per garantire un intervento efficace.
Le prospettive terapeutiche stanno però evolvendo, con l’introduzione dell’immunoterapia e dei test molecolari. L’immunoterapia in combinazione con la chemioterapia ha dimostrato di poter migliorare la sopravvivenza dei pazienti non operabili in stadio avanzato, mantenendo una buona qualità di vita. Inoltre, la caratterizzazione molecolare del tumore consente di individuare bersagli terapeutici per le terapie mirate, personalizzando il trattamento per ciascun paziente.
Nonostante i progressi, ci sono ancora criticità da affrontare per garantire un accesso equo alle nuove terapie. I test molecolari NGS sono raccomandati al primo riscontro di malattia in stadio avanzato, ma non tutti i pazienti hanno la possibilità di sottoporsi a tali esami. È necessario un maggiore impegno da parte delle istituzioni per garantire una diagnosi precoce e un trattamento adeguato a tutti i pazienti affetti da colangiocarcinoma.
In conclusione, la sensibilizzazione dei medici e degli specialisti, insieme alla promozione della ricerca e all’accesso alle terapie innovative, sono fondamentali per migliorare la gestione del colangiocarcinoma e aumentare le possibilità di guarigione per i pazienti affetti da questa malattia.
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